Sono i bambini che saltano in una pozzangghera il sogno della nuova pedagogia che faccia della nostra scuola un cantiere dove sperimentare il senso di libertà.
Negli anni ’60 Don Milani, nella sua scuola di Barbiana, era solito tenere le sue lezioni fuori dall’edificio scolastico. Fu lo stesso Don Milani a volere una piscina antistante la scuola, nella quale i ragazzi avrebbero potuto imparare a nuotare, nonostante vivessero in un paese di montana. Frequanti nella scuola di Barbiana erano le lezioni sotto ad un albero, le passeggiate nel bosco e le ore dedicate alla costruzione di oggetti.
La burcratizzazione della scuola, nel 2000, costringe a documentare ogni piccolo incidente del bambino (dalle sbucciature del ginocchio, alla casuale epistassi, alla caduta dovuta a uno spintone del compagno), questo ha reso i dirigenti scolastici dei tristi esecutori o interpreti della legge privi di un sogno pedagogico. L’iper protezione è tanto amorevole quanto dannosa: teniamo i bambini al sicuro, agli arresti domiciliari o scolastici; nessun attrito, nessuna possibilità di inciampare, di capire che la realtà è affascinante da conoscere perché è anche difficile, ruvida, a volte ostile. Forse dobbiamo iniziare a fare meno test con i nostri bambini, a cancellare dal dizionario le parole somministrare, verificare, interrogare per usare i verbi correre, lanciare, saltare.
Le nostre scuole vanno ripensate, ristrutturate mettendo al centro il bambino: vanno rimodellati gli spazi, i giardini; dev’essere rottamata l’idea di un solo intervallo di dieci minuti su otto ore di scuola; dobbiamo creare momenti in cui i nostri ragazzi possano entrare e uscire dall’aula senza dover fare come in carcere “la domandina”. La scuola deve diventare come una casa, un luogo accogliente.
E’ questa l’immagine della Outdoor education, un’educazione fuori dall’aula, un’educazione che avviene all’aria aperta, in nome di una formazione esperienziale e di una educazione ambientale.
Alcuni degli obiettivi di una simile educazione sono:
- imparare a superare le avversità
- promozione di sviluppo personale e sociale
- sviluppo di un rapporto più profondo con la natura ed il mondo circostante in generale
- migliorare le capcità di problem solving
- favorire la cooperazione tra compagni.
Sono i bambini che saltano in una pozzangghera il sogno della nuova pedagogia che faccia della nostra scuola non l’industria dell’obbligo, ma un cantiere dove sperimentare il senso di libertà.
Cit. ilfattoquotidiano.it