“Con il gioco il bambino partecipa globalmente; al contrario, se ascolta si distrae perchè continua a pensare ad altre cose” Bruno Munari
Come abbiamo visto nella prima parte dell’artico Un viaggio nel mondo di Bruno Munari, l’artista sosteneva la necessità di aiutare i bambini a crescere sviluppando tutti i sensi, aiutandoli a non perdere il senso della vita.
A tal fine negli anni ’70 nascono i primi libri plurisensoriali, libri-oggetto, i “Prelibri“: libri senza parole, per bambini che ancora non sanno leggere, che forniscono stimoli visivi, tattili, sonori, termici e pieni di sorprese.

Nel 1993 nasce il “Libroletto“: formato da sei cuscini di materiali diversi e con brevi frasi scritte sul bordo, senza inizio e senza fine, le pagine si possono staccare per comporre storia sempre nuove.

Invece di raccontare come è fatta una reticella e quali sono le sue caratteristiche, Munari accosta un pezzetto di rete davanti agli occhi di una bambina facendogli scoprire la trasparenza del materiale e un mondo a quadretti. “Invece di lunghe spiegazioni è preferibile far vedere come si fa”, con azioni-gioco percepibili attraverso i sensi.
Ancora una volta in line con il pensiero pedagogico montessoriano, “aiutami a fare da solo”, Munari sostiene la necessità di intervenire per “dire come fare e non cosa fare”. Compito dell’educatore è dare ai bambini tutte le informazioni, sperimentare, creare qualcosa di nuovo per i piccoli, che li stimoli e li incuriosisca, così che imparino imitando gli adulti.
Munari costruì anche un “Bosco tattile” e una “Vasca tattile”: il primo, costruito da corde, cordoncini, fili di lana e piume, dove passeggiare lascindosi accarezzare da liane immaginarie; la Vasca riempita con ritagli di tessuti, panno e pellicce dove immergersi e sentire con tutto il corpo.


Nel 1996 viene inaugurata quello che Munari definsce il primo Museo dei bambini, fatto dai bambini per gli adulti. Una Mostra da toccare, nella quale vengono esposte le opere tattili realizzate dai bambini nei Laboratori.

Nel 1999, alla Fiera di Milano, viene presentato il “Tappeto mobile”: un tappeto formato da una serie di moduli quadrati dove i bambini possono giocare e scoprire molti materiali che offrono sensazioni diverse come liscio e ruvido, morbido e duro, lucido e opaco e così via.
Tra i materiali realizzati da Munari da non dimenticare la cstruzione dei grandi “Labirinti tattili” e delle “Scritture tattili”
Sono trascorsi più di trent’anni dal primo laboratorio che Munari ha realizzato all’interno della Pinacoteca di Brera (Milano, 1977), trasformando il museo da luogo di contemplazione passiva a luogo di esperienza, dove sperimentare le qualità diverse dei materiali, le caratteristiche degli strumenti, le tecniche e le regole, ricavate dalle opere d’arte di ogni epoca, trasformate in giochi.
“Siccome è quasi impossibile modificare il pensiero di un adulto, noi ci dovremo occupare dei bambini. Gli uomini e le donne che formeranno la nostra prossima società futura. Un bambino creativo è un bambino felice”.
Riferimenti bibliografici: “Bruno Munari, la polisensorialità e i bambini” di Beba Restelli